Con l’entrata in vigore del decreto legge 28 novembre 2021, n. 172 recante “misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19 e per lo svolgimento in sicurezza delle attività economiche e sociali” viene esteso, a far data dal prossimo 15 dicembre, l’obbligo vaccinale anche ai Carabinieri.
Pur non entrando nel merito delle disposizioni governative non possiamo esimerci dall’evidenziare alcune criticità.

  1. L’eventuale scelta dei militari non vaccinati, che secondo l’amministrazione sarebbero poco più di 10mila (sarebbe curioso sapere la fonte di tali dati attese le tutele per la privacy), di non sottoporsi a ciclo vaccinale porterebbe alla sospensione degli stessi, con un vuoto organico che creerebbe problematiche pressoché insormontabili anche in visione delle prossime festività natalizie.
  2. I militari che, contrariamente alla loro volontà, si trovassero costretti a sottoporsi a ciclo vaccinale per non subire e far subire ai propri familiari le ripercussioni economiche derivanti dalla prevista sospensione per i non vaccinati, dovrebbero sottoscrivere un consenso informato che assume tutta l’aria di una vera e propria liberatoria per eventuali problematiche future. Sarebbe auspicabile l’attivazione di ogni canale possibile affinché la vaccinazione obbligatoria comporti l’assunzione di responsabilità di chi la ordina, oltre all’attivazione di forme risarcitorie per eventuali complicazioni derivanti dalla vaccinazione di cui, ad oggi, non esistono elementi per poter dichiarare impossibile l’insorgenza di problemi futuri.

Cogliamo l’occasione per evidenziare come la materia, ampiamente dibattuta in ogni contesto sociale e con ogni canale mediatico, sia stata oggetto di interesse anche dei neo sindacati militari i quali, da portatori di interessi collettivi quali sono, hanno espresso la propria opinione, talvolta esercitando il diritto di critica nei confronti del Governo e delle relative istituzioni.
Anziché aprirsi ad un confronto costruttivo, pare ci sia la volontà di tacitare ogni forma di contraddittorio anche quando viene fatto con educazione e pacatezza, svilendo e contraendo le prerogative sindacali delle APCSM, addirittura emanando, quasi nell’immediato, circolari dal sapore intimidatorio.
Purtroppo anche la legge sui sindacati militari, oramai di prossima emanazione, non pare essere adeguata per consentire una vera attività sindacale anche nella compagine militare e sicuramente si aprirà una stagione di contenziosi ma, nel mentre, avremmo confidato nel buon senso delle singole amministrazioni invece di dover riscontrare una sorta di corsa per colpire chi prova ad illustrare e argomentare un punto di vista diverso.
Ricordando che il benessere del personale passa anche dallo svolgimento del giusto carico di lavoro senza che vi siano aggravi derivanti dalle assenze dei colleghi non vaccinati, si confida vengano effettuate le giuste riflessioni su quanto segnalato per addivenire a congrue soluzioni a garanzia di tutti i Carabinieri.