Assomil informa
Suicidi in divisa

Si è tenuto a Viareggio un interessantissimo convegno sui suicidi in divisa a cui ASSO.MIL. ha partecipato, raccogliendo l’invito degli organizzatori, gli amici del Nuovo Sindacato Carabinieri.
Gli spunti di riflessione emersi sono stati molteplici , grazie alla partecipazione di tanti ospiti che, portando testimonianze dirette, hanno reso manifeste verità che lasciano l’amaro in bocca e provocano un sentimento di sdegno.
La percentuale derivante del rapporto tra suicidi e forza organica nei Carabinieri è spaventosamente più alta rispetto alle altre forze di polizia. E sale ancor di più se si considerano solo gli ex Forestali. I tre casi sui 22 totali nell’Arma (questi i numeri alla data del convegno ma, purtroppo, siamo costretti ad annotare un altro suicidio avvenuto due giorni fa) evidenziano un problema che, seppur presente anche prima dell’assorbimento, ha assunto ora dimensioni impensabili, specialmente in questo ultimo anno.
Si deve fare qualcosa in più e lo si deve fare subito.
E’ fortemente riduttivo limitarsi ad inviare nell’immediato l’ormai tristemente consueto messaggio di cordoglio, per poi lasciare al totale abbandono i familiari delle vittime. Non è certo questo lo spirito di una “grande famiglia”.
Di fronte un tema così rilevante, nessuno deve sottrarsi alle proprie responsabilità: la necessità di far fronte comune è più urgente delle acredini fra Sindacati e Rappresentanza Militare.
Purtroppo disertare importanti tavoli di lavoro come quello viareggino, o gli altri che si stanno aprendo, la dice lunga su come il problema sia percepito da alcuni, e sorge il dubbio che lo si voglia ignorare per la manifesta incapacità di affrontarlo.
Nessuno ha la formula magica per trovare la soluzione, ma solo collaborando tutti insieme possiamo avere una minima speranza di riuscire a battere un nemico tanto invisibile quanto spietato.

Fuoco amico

Siamo l’unica sigla che sottolinea le continue disparità di trattamento subite dal personale proveniente dall’ex Corpo forestale dello Stato rispetto a quello delle altre specialità. Gli altri sindacati su questo non spendono una parola.
Nonostante le nostre rimostranze, continuano ad uscire circolari dedicate al personale che sistematicamente escludono dalle procedure gli appartenenti alla specialità. Ancor peggio, può capitare che le circolari non escano affatto.
È il caso di quanto avvenuto per la formazione delle unità cinofile antiveleno. È stata omessa ogni tipo di informazione al riguardo, probabilmente per evitare rivendicazioni o, peggio, contenziosi, da parte di chi si sentisse danneggiato dall’esserne rimasto escluso.
Ci eravamo illusi che ci saremmo dimenticati queste vecchie e deplorevoli abitudini, faticosamente sconfitte nel CFS. Ed eccole, invece, riportate in auge, proprio da chi ha vecchi trascorsi forestali, seppur dimenticati con estrema facilità, se non addirittura ripudiati.
Ma come sempre, per quanto si tenti di agire nell’ombra, la realtà viene sempre alla luce e per questo abbiamo chiesto spiegazioni (la nota), rammaricandoci di come i Forestali non godano più nemmeno delle attenzioni dei “propri” ufficiali, forse perché troppo impegnati a mettersi in mostra, svendendo l’altrui dignità.

Confronto preventivo

Le note che ci troviamo costretti a scrivere, nonostante i mancati riscontri formali, trovano spesso soddisfazione, come evidenziano i “cambi di direzione” o le correzioni in itinere rispetto alle situazioni lamentate.
Alcuni argomenti sui quali chiediamo attenzione, hanno però bisogno di risposte compiute, in assenza delle quali dovremo, gioco forza, interessare enti esterni all’Amministrazione, dato che si profilano, a nostro giudizio, risvolti che meritano adeguati e solerti approfondimenti. La classica strategia del prender tempo nella speranza che tutto cada nel dimenticatoio con noi non funziona. Questo gioco è più adatto ai rapporti tra Amministrazione e Rappresentanza Militare. Sono cinque anni infatti, che i Forestali aspettano notizie e soluzioni da quel tavolo di concertazione.
Anche la speranza, che solitamente è l’ultima a morire, in quel contesto pare non si sia mai affacciata.
Se si scegliesse di affrontare a monte problemi come le sperequazioni derivanti dall’applicazione di regole discutibili sulla mobilità o gli sprechi gestionali (talmente evidenti da far ipotizzare il danno erariale), non avremmo bisogno di scrivere note imbarazzanti la cui traccia indelebile sembra essere motivo di forte fastidio.
Prima o poi si capirà che la maggior parte delle vertenze sindacali potrebbero essere agevolmente evitate con un aperto e leale confronto preventivo o, in assenza di questo, con un’equa applicazione delle regole nei confronti di tutti, invece di riservarle sempre e solo verso i gradi più bassi della scala gerarchica, addirittura differenziandole in virtù del Ruolo di appartenenza.

Obblighi vaccinali

Con le nuove disposizioni in merito all’obbligatorietà della vaccinazione per i Carabinieri (stranamente stavolta nelle circolari non è stato specificato “escluso i Forestali”) si preannunciano problematiche logistiche nella gestione dei servizi.
Non sembra sia stata nemmeno presa in considerazione l’eventualità che molti dei non vaccinati possano optare per la sospensione. Nel caso accada questo, i colleghi vaccinati dovranno far fronte ad un maggiore e sproporzionato carico di lavoro.
Abbiamo scritto al Comando Generale (la nota) sperando che si riesca a sensibilizzare chi di dovere su un tema che si ripercuoterà inevitabilmente su tutti, vaccinati e non.