La mobilità della specialità forestale, oltre ad essere trattata a parte rispetto a tutto il resto dell’Arma dei Carabinieri con una Gestione Trasferimenti appositamente dedicata, è stata oggetto di numerose segnalazioni e critiche sin dall’assorbimento dell’ex CFS.
Fra le varie problematiche sono sempre stati annoverati gli eccessivi limiti per il personale interessato, soprattutto in ordine al rispetto delle dotazioni organiche, che, in genere, vengono applicati anche in occasione della mobilità non rientrante nella Ge.Tra..
Avviene così che per respingere l’istanza di trasferimento a chi non ha la fortuna di avere santi in Paradiso si richiama il pedissequo rispetto delle piante organiche, ribadendo che l’interesse dell’amministrazione è prioritario a qualsiasi esigenza personale e familiare.
Ma evidentemente non sempre è così.
I trasferimenti gestiti direttamente dal CUFA in forza della delega che consente la gestione diretta della mobilità in ambito regionale pare non soggiacciano a nessuna regola, almeno quelli di alcuni che forse hanno trovato i propri santi. Infatti parrebbe che in Campania (Stazione CC Forestale di Padula (SA), il NIPAAF di Caserta e il NIPAAF di Napoli), a seguito di una serie di movimentazioni, si sarebbe addirittura arrivati a lasciare la Stazione CC Forestale di Padula con un solo Carabiniere senza alcun UPG.
“Curioso” come lo stesso CUFA, nel recente passato, abbia usato un metro ben diverso in un caso che ha visto protagonista un Maresciallo del ravennate al quale è stato osteggiato il trasferimento per oltre un anno. Il caso è ben noto per le conseguenze, forse da definire ritorsioni, che ha scatenato e che dovranno essere trattate in altre sedi.
Come “curiose” sono altre scelte del CUFA in merito a trasferimenti e assegnazioni che, oltre a vanificare le dotazioni organiche, creano squilibri in tutta la mobilità forestale. E chissà quante altre scelte discutibili vengono effettuate, confidando in una sorta di omertà che certo non pare in linea con la “casa di vetro” a cui il Sig. Comandante Generale fece riferimento in occasione del suo discorso di insediamento.
Quanto sopra, ovviamente, crea malessere nel personale in quanto non esistono più certezze sul trattamento paritetico fra colleghi, non ci sono certezze sulla mobilità continuamente compromessa da aggiramento delle regole, ma soprattutto genera comprensibili retro pensieri in merito alla presunta presenza di politiche clientelari difficilmente smentibili.
In ultimo vogliamo ricordare come l’art. 54 bis co. 2, del d.lgs. 165/2001, come modificato dall’art. 1 della l. 179 (individuazione dell’ambito soggettivo di applicazione della disciplina sulla tutela del dipendente che segnala condotte illecite, ampliando la platea dei soggetti destinatari anche alla compagine militare rispetto al previgente art. 54-bis, che si riferiva genericamente ai “dipendenti pubblici”) vorrebbe tutelare tutti coloro che segnalano criticità in seno alla propria amministrazione, non ultimo proprio il Sindacato.