Assomil informa
CEDU

Il mese di febbraio è stato caratterizzato dagli sviluppi sulle notizie in merito al ricorso alla CEDU di una parte dei Forestali, quelli che continuano a sostenere, con i fatti ed i mezzi consentiti, di aver subito una vera e propria violenza con la militarizzazione coatta.
Nonostante le tante notizie diffuse strumentalmente da soggetti che cercano visibilità ad ogni occasione, serve fare la chiarezza dovuta per non continuare ad alimentare confusione e false speranze.
Questa necessità è diventata un’urgenza dopo la scorretta (e maliziosa?) diffusione dei contenuti del documento CEDU ancor prima della sua pubblicazione. Per quel che ci riguarda avremmo voluto che tutte le comunicazioni arrivassero dall’Avvocato Lizza, ma visto che nella corsa alla (fuorviante) informazione sono stati forniti tanti dati sbagliati, siamo costretti a fare il punto della situazione
I ricorrenti alla CEDU sono 1047, un numero discretamente alto ma non certo quello sbandierato da altri. Le richieste della Corte Europea sanciscono la necessità della corte stessa di studiare ulteriori elementi ed atti per arrivare ad una decisione, elementi ed atti che saranno forniti, secondo le richieste della CEDU, dal governo italiano entro 12 settimane e che saranno ribattuti con la parte ricorrente nei successivi tre mesi.
Le richieste della Corte Europea al momento sanciscono solo che la tematica è al vaglio e che servono ulteriori elementi per una corretta definizione del contenzioso.
NIENTE E’ ANCORA DEFINITO IN UN SENSO O NELL’ALTRO!
Chi sostiene che con l’ultimo documento CEDU si siano aperti spiragli per la ricostituzione del Corpo forestale dello Stato o che possa essere avviata una mobilità verso altre amministrazioni dice un sacco di fandonie che non fanno altro che alimentare false speranze e sofferenze.
Ricostituzione del corpo e mobilità sono tematiche da trattare a livello politico e, per chi ancora non lo avesse ben chiaro, si sono esaurite tutte le possibilità che tali soluzioni possano essere perseguite.
D’accordo con l’Avvocato Lizza e con il solo intento di non ingolfare l’attività dello studio legale, Asso.Mil. mette a disposizione il proprio indirizzo mail (segreteria@assomil.it) per filtrare e riunire eventuali richieste di chiarimento alle quali verrà risposto nel minor tempo possibile.

RIA

Una recente sentenza riguardante il pubblico impiego ha sollevato gli animi in merito alla RIA (Retribuzione Individuale di Anzianità) anche per i militari, tanto da far avanzare rivendicazioni di ogni tipo da pseudosindacalisti che, per assurdo, potrebbero causare l’effetto contrario a quanto richiesto.
Chiariamo subito che la sentenza non riguarda il personale militare e questo è stato espressamente ribadito anche da una nota informativa del Comando Generale dell’Arma Carabinieri.
Le rivendicazioni per poter far riconoscere l’emolumento nel trattamento stipendiale a chi non lo percepisce pare sia più uno specchietto per allodole che una richiesta davvero percorribile.
Già altre volte gli stessi soggetti si sono proposti come tramite di studi legali paventando la possibilità di veder riconosciuti diritti/reclami rivelatisi poi impossibili da far riconoscere, ma non per questo esenti dai versamenti richiesti.
La capacità di fare sindacato si vede anche nella scelta delle rivendicazioni e nel coraggio di poter dire al personale quando alcune richieste sono impercorribili, senza creare false aspettative magari anche evitando di chiedere esborsi.

Certificazione delle deleghe

In questi giorni ogni APCSM, compresa Asso.Mil., è chiamata a certificare il numero dei propri associati per sancire chi avrà raggiunto la soglia di rappresentatività.
Sembra che nell’Arma dei Carabinieri sei sigle siano riuscite a raggiungere detto traguardo, anche grazie al contributo di diversi forestali che hanno scelto di associarsi con le stesse.
Dispiace constatare come ci siano forestali che sostengono APCSM di cui tre sono guidate da coceristi che, insieme agli altri delegati, hanno avallato FESI e rinnovi contrattuali penalizzanti per la specialità forestale (ad esempio gli emolumenti per i comandanti di stazione), hanno sostenuto la circolare 104 del 2017 che toglieva gli istituti contrattuali faticosamente conquistati, non hanno fatto niente per contrastare accorpamenti di Gruppi forestali e Stazioni, hanno favorito il cambio di nomenclatura in Nuclei (magari dandoci degli urlatori e allarmisti ma i fatti oramai parlano chiaro), hanno apertamente sostenuto l’assorbimento del CFS già dal 2016 e tanto altro ancora… in sostanza non hanno mai fatto niente per i forestali se non penalizzarli.
Non dimentichiamoci che fra questi segretari c’è anche chi ha sfruttato il proprio tempo a disposizione per intervenire al cospetto dei vertici dell’amministrazione con un semplice “Passo!”, rendendo esplicito il proprio livello di capacità contrattuale e di interlocuzione.
Non che le altre tre sigle si siano sperticate per i forestali, eccezion fatta per un pubblico invito a “smettere di lagnarsi” in occasione di assemblee sindacali tenute proprio nei locali della specialità.
Verrebbe da pensare che la memoria, già notoriamente corta negli italiani, possa essere ulteriormente elusa a colpi di cariche sindacali, promesse di varia natura o tornaconti personali e non certo per reale interessamento alle problematiche comuni.
AssoMIl non riuscirà a raggiungere la rappresentatività in autonomia ma solo grazie a future e prossime federazioni in cui la voce dei forestali troverà il giusto spazio, quello stesso spazio che sinora è stato rivendicato in solitudine e che difficilmente verrà assicurato da altri.
Vedremo cosa i sindacalisti del domani riusciranno a garantire a tutti i militari, in special modo ai forestali, con il prossimo rinnovo contrattuale, ma una vaga idea già ce la siamo fatta.
Noi continueremo con la nostra politica, segnalando criticità, problematiche e sperequazioni subite soprattutto dai forestali, perché nonostante le castronerie dette dai “rappresentativi”, l’attività sindacale può essere fatta anche senza aver raggiunto la soglia per partecipare ai tavoli di contrattazione, tavoli che con certa gente probabilmente produrranno più danni che altro.