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RINNOVO CONTRATTUALE

Procedono a buon ritmo i lavori per il rinnovo del contratto relativo al triennio 2019/2021. Un rinnovo che deve essere caratterizzato da una rivisitazione degli istituti contrattuali, fermi al 2008, che insieme ad un adeguato incremento economico potranno dare il giusto ristoro ed i giusti riconoscimenti a tutto il personale del settore. Purtroppo l’assenza ai tavoli dei neo costituiti sindacati militari, colpevolmente estromessi a causa dei ritardi nell’emanazione della legge in materia, obbliga il personale militare ad essere rappresentato da chi, oltre a non avere un reale potere contrattuale, sembra fortemente distratto da altro. Abbandonare il tavolo in forma di protesta non pare una scelta oculata se si vuole tutelare il personale. Ma probabilmente se ne sono resi conto anche gli stessi artefici di questa “brillante strategia”, visto che hanno deciso di non rivendicare tale scelta nei comunicati congiunti con le OO.SS. delle FF.PP., perché probabilmente consapevoli che quel tipo di divulgazione sarebbe arrivata ad una platea molto più ampia di quanto non faccia qualche comunicato interno diffuso senza concreti mezzi di informazione.
Oramai è chiaro come la Rappresentanza sia uno strumento inadeguato per tutelare il personale, come dimostra la storia recente (riordini sproporzionatamente a favore della dirigenza mentre per la “truppa” ci si è accontentati delle briciole; contratto normativo al palo da anni; specificità: una mera scatola vuota; ordinamento militare e organizzazione amministrativa anacronistici; etc.) pertanto escludere dai tavoli della contrattazione da cui deriverà la concreta regolamentazione della vita lavorativa dei militari chi veramente rappresenta il personale è un gesto al limite dell’offesa.

DOPPI CAPPELLI

Il nostro recente comunicato dato alle agenzie di stampa in merito a comportamenti scorretti di chi, sfruttando risorse pubbliche, in servizio porta avanti attività di natura privata, non pare essere stato recepito da chi vorrebbe fare di arroganza e presunzione la propria forza.
Abbiamo interessato il Comando Generale della questione, visto il ripetersi di comportamenti biasimevoli di alcuni soggetti e, finalmente, anche a viale Romania sembra comincino ad avere percezione del problema, come dimostra la comunicazione inviata a tutte le sigle sindacali in data 29 luglio.
Sfruttare il proprio incarico di delegato per attingere a mezzi e risorse pubbliche con lo scopo di portare avanti l’attività sindacale, sino a ieri odiata da questi stessi figuri che si continuano a smentire, potrebbe avere risvolti di varia natura, tant’è che della vicenda è stato investito direttamente il Ministero competente.
Ci riferiamo alle stesse persone che dopo aver abbandonato i tavoli di concertazione, dopo aver sfruttato il materiale divulgativo istituzionale diffondendolo sui propri social e dopo aver disertato le importanti iniziative di rivendicazione di una legge sindacale, trovano tuttavia il tempo di fare “scampagnate” a carico dei contribuenti per recarsi ovunque sia presente una sede dell’amministrazione.
In un periodo storico contraddistinto da una pandemia che pare lungi dall’essere risolta (gli esperti parlano di quarta ondata) con una recrudescenza dei contagi ogni giorno più alta, parrebbe ragionevole limitare spostamenti e promiscuità il più possibile ma, evidentemente, ci sono interessi più grandi.
Quali e di chi siano è facilmente ipotizzabile.

SUICIDI SENZA FINE

L’ennesimo suicidio ci costringe purtroppo a tornare sull’argomento più angosciante che possa esserci. Dobbiamo parlarne per evitare che si continui a nascondere la testa sotto la sabbia, ma si cerchino invece soluzioni da mettere in campo, con la partecipazione di tutti e senza le solite chiacchiere di circostanza che lasciano il tempo che trovano.
In questo ambito non è più sufficiente, non lo è mai stato, invero, mostrare la propria vicinanza alle famiglie in occasione di funerali solenni con parole tanto sincere quanto inutili. Arrivare a dispensare sostegni morali e ristori economici alle famiglie, alle vedove ed agli orfani non compensa il lutto ed il dolore sofferto e rappresenta la sconfitta di tutti. Se veramente vogliamo tutelare il personale, sia come amministrazione che come sindacati, dobbiamo aprirci ad un’epoca nuova fatta di dialogo e collaborazione con l’obiettivo di fare tutto il possibile per prevenire il fenomeno.