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Comunicato n. 19 del 2022

Assomil informa
L’ARTE DEL DIALOGO

Ci rallegriamo per il fattivo interessamento degli uffici del Comando Generale che, in conseguenza a una nostra richiesta in merito, sono intervenuti per risolvere prontamente alcuni problemi da noi segnalati riguardo la Scuola di Velletri.
Sembrerebbe però che a seguito della nostra segnalazione qualcuno si sia espresso negativamente nei confronti dei discenti per essersi rivolti al Sindacato al fine di veder risolte questioni riguardanti la situazione igienico sanitaria: stiamo parlando di interruzioni idriche e di erogazione del riscaldamento, problematiche che per noi risultano essere di fondamentale importanza per il benessere del personale.
Ci sarebbe piaciuto poter parlare direttamente con gli uffici interessati (per esempio la scuola stessa), forti della nostra pregressa esperienza sindacale che ci ha insegnato come spesso una semplice chiacchierata possa far risolvere questioni importanti senza turbare la suscettibilità di qualcuno. Ma abbiamo un problema: l’attuale Legge ce lo impedisce. L’unico strumento a nostra disposizione è quello di inviare note ufficiali all’Ufficio Relazioni Sindacali e Rappresentanza Militare del Comando Generale.
Ed in questo modo è naturale, purtroppo, che si creino equivoci e frizioni.
Per questo vogliamo chiarire che non sarà mai interesse di questo sindacato fare questioni di forma o puntare il dito contro nessuno, al contrario, saremo sempre pronti a collaborare con spirtito costruttivo segnalando le situazioni spiacevoli che, per qualsiasi motivo, possono essere sfuggite.
Serve un cambio di mentalità: il sindacato deve essere visto come un ponte tra dipendenti e Amministrazione e non come un organismo cui contrapporsi a priori. Coloro che ancora si avvalgono dello spauracchio del deferimento alla Procura Militare contro chi, rivestendo una carica sindacale, esercita un sacrosanto diritto di critica non è in linea con lo spirito del tempo.
Siamo convinti che sia giunto finalmente il momento di prendere di petto i problemi e di tirare fuori la testa da sotto la sabbia anche se a volte verrebbe da pensare che l’antica abitudine di poter disporre di tutto e tutti in forza di un grado altisonante prevalga, scoraggiando il giusto clima di dialogo e confronto con i sindacati.
Fortunatamente, se da un lato non esiste più il reato di lesa maestà, dall’altro siamo persone a cui certi atteggiamenti non mettono alcun timore reverenziale. Lo dimostra il fatto che le nostre segnalazioni, fatte sempre e comunque nello spirito di collaborazione, trovano ogni volta riscontro nei fatti e, quando recepite in modo corretto, contribuiscono a risolvere problematiche troppo spesso messe da parte. Un’Amministrazione che affronta e risolve i problemi della base è un’Amministrazione che cresce, si rinnova, trova nuovo lustro e, soprattutto, evita situazioni imbarazzanti.

RIENTRI FACILI (PER POCHI)

Con l’insediamento del nuovo Governo sono stati attribuiti incarichi politici che hanno coinvolto anche alcune figure di vertice della specialità forestale. Il tutto comporterà una rivisitazione degli incarichi con una serie di spostamenti che, probabilmente, favorirà qualche figura di vertice, facendola rientrare in “terra natia”.
Niente da eccepire rispetto alle legittime aspirazioni di chiunque voglia “tornare a casa”, ma auspichiamo che venga dimostrata la stessa sensibilità e lo stesso metro di giudizio nei confronti di quei poveri cristi che sono lontani dai propri cari da quasi dieci anni, a distanze improbe e con stipendi (e conforti) nemmeno paragonabili a quelli degli ufficiali che spesso riescono a tornare, semmai partiti, “all’ovile” prima di quanto non accada ai semplici carabinieri, appuntati, brigadieri e marescialli.
Non vorremmo dar ragione a chi sostiene che la truppa serva principalmente al sostegno e al mantenimento dei privilegi degli alti ufficiali e che il livello di attenzione dei vertici sia direttamente proporzionale al trattamento economico dei militari.

CORSI DI FORMAZIONE

La gestione della formazione al CUFAA pare avere qualche problema organizzativo.
Tutto ha avuto inizio con uno strano corso in cui abbiamo assistito a discenti che si sono trasformati in docenti. La seconda puntata di questa curiosa saga riguarda dei costosi corsi di inglese che sarebbero stati pensati, sembra, per il personale che opera con l’estero e che fosse già in possesso di un livello intermedio di padronanza della lingua. Ci risulta invece che si sia deciso di avviare a tali corsi anche militari senza questi requisiti, compreso personale prossimo alla quiescenza.
Sembra non sia stato apprezzato il gesto di chi, non ritenendosi idoneo, si è autoescluso dal corso in questione per non pregiudicare la partecipazione altrui. È abbastanza svilente riscontrare tali situazioni che rafforzano sempre più la necessità di un sindacato che vigili sul trattamento equo dei militari ma anche sugli interessi pubblici in generale. Le forze armate, così come tutta la P.A., sono finanziate con i sacrifici dei cittadini. È quindi nostro dovere avere rispetto dei contribuenti ed osservare i criteri, ora come non mai imperativi, di risparmio ed ottimizzazione delle risorse.

L’ABBANDONO DEL TERRITORIO

Dopo la tragedia di Ischia, non si contano gli interventi mediatici sull’argomento. Ognuno pare offrire la propria ricetta, sia in merito all’individuazione delle responsabilità, sia per cercare rimedi affinché tali sciagure non si ripetano.
Chiaramente la politica cerca soluzioni tali da poterne uscire indenne, ma nessuno sinora ha avuto il coraggio di considerare che il progressivo abbandono del territorio rurale, derivante dalla soppressione del Corpo forestale dello Stato, ha ridotto in modo drastico quel controllo che era la base necessaria al mantenimento di delicati equilibri.
Serve a poco scoprire l’acqua calda imputando tutto a abusivismi edilizi, disboscamenti incontrollati, mancata vigilanza sul controllo idrogeologico se poi non si riesce a mettere in campo un’opera di vigilanza che prima era demandata quasi per intero al CFS e che oggi pare non venga esercitata con dovizia da nessuno, tanto meno se (coattivamente) militarizzato.
A seguito dell’ormai continuo abbandono della montagna e del bosco per non parlare dello scellerato smembramento del CFS, si è del tutto perso il controllo del territorio rurale, tanto più in assenza di un organismo interamente dedicato a tale fattispecie. E non saranno certo le spasmodiche ricerche di numeri o le montagne di carta che in futuro eviteranno il ripetersi di queste disgrazie.

  • il comunicato …

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Corsi di formazioneL’abbandono del territorioL’arte del dialogoRientri facili (per pochi)
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