Assomil informa
Benessere questo sconosciuto

L’iniziativa di proseguire la battaglia legale contro la militarizzazione forzata subita dai Forestali ha riscontrato un tale successo che, d’accordo con l’avvocato Lizza incontrato venerdì scorso, sono stati prorogati al 13 giugno i termini per le adesioni.
Nemmeno le ventilate azioni disciplinari (ovviamente senza riscontri) per chi aderisse a questa iniziativa, messe in giro ad arte da altra APCSM, sono riuscite a intimorire i Forestali, coinvolgendo addirittura anche chi non aveva partecipato ai precedenti contenziosi. Il canto delle sirene su patrocini gratuiti o su “offerte” diverse (impossibile definirle migliori), già evidenziate nel nostro comunicato n. 9 (disponibile sul sito), non è servito a impedire a ben 965 Forestali (dato in continuo aggiornamento) di affidarsi allo studio legale Lizza per chiedere conto al Governo di quanto “candidamente” ammesso innanzi alla CEDU.
D’altra parte, sappiamo bene come in materia siano finiti i precedenti patrocini gratuiti o le cause intentate da altri, motivo in più che ci ha portato a intraprendere questo nuovo percorso con l’avvocato che ad oggi offre le migliori garanzie di possibili riuscite.
Ancora una volta, Asso.Mil. si prodiga per offrire le migliori alternative a tutela del personale che, ci si augura, riconosca la bontà del lavoro e delle iniziative sostenendo l’unico sindacato che fa, ha sempre fatto e farà gli interessi dei Forestali con i fatti e non con le chiacchiere, prerogativa di altri.
La partecipazione all’iniziativa, inoltre, va letta in un contesto che già contraddistingueva i Forestali per dati percentuali sopra ogni media per la ricerca di alternative lavorative o transiti nei ruoli civili del Ministero della Difesa, così come le scarsissime richieste di “ausiliaria” per permanere in servizio.
Oramai non è più contestabile il livello di malessere sofferto dai Forestali dopo la militarizzazione coatta, quel malessere sempre denunciato in solitudine da Asso.Mil. e troppo spesso liquidato come una lamentela senza riscontri.
Una situazione che certo non può meravigliare visto che con la militarizzazione coatta sembrano aumentati esponenzialmente i procedimenti disciplinari e le richieste di visita per l’accertamento delle idoneità psico-fisiche, elementi che dovrebbero far capire con quale “serenità lavorativa” i Forestali devono recarsi in servizio ogni giorno confidando nel raggiungimento del traguardo del limite di età quale unica via di fuga quando assenti alternative percorribili.
Se al quadro sopra descritto si aggiungono gli oltre tremila ricorsi alla militarizzazione, di cui oltre mille arrivati sino alla CEDU, le adesioni a questa nuova iniziativa forniscono tutti i riscontri per sancire in modo lapidario come i forestali abbiano sofferto, soffrono e probabilmente continueranno a soffrire, nella totale indifferenza delle istituzioni.
Sarebbe ora che il Governo e le istituzioni tutte facessero una seria riflessione sull’argomento e venissero adottate soluzioni che facciano ritrovare la serenità persa dal primo gennaio 2017.

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