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FESI : dilettanti allo sbaraglio

Abbiamo iniziato già ad aprile scorso (comunicato n. 10,) a mettere in guardia tutti i carabinieri sulle possibili criticità che sarebbero emerse con il FESI 2025 per le preoccupanti dichiarazioni di coloro che ne avrebbero accettato i criteri di ripartizione.
A giugno, con due distinti comunicati (n. 15 e n. 17) abbiamo evidenziato i danni prodotti da scelte di cui potremmo parlare per ore, sottolineando alcune vergognose lacune che né l’amministrazione né nessuna delle sette sigle firmatarie hanno voluto notare, fatto salvo cercare di correre ai ripari quando altri, noi per primi, ne hanno denunciato l’esistenza. Un livello di superficialità da parte di tutti a dir poco imbarazzante!
L’accordo, reso pubblico solo dopo un mese dalla sua sottoscrizione grazie a formale richiesta congiunta, forse per far passare in sordina le castronerie combinate, ancora oggi non consente di avere un quadro definito della questione. con continui tentativi di sanare l’insanabile.
Delle molte e ingiustificabili esclusioni previste nell’accordo, il Comando Generale ha divulgato la volontà di sanarne una con una nots esplicativa che, di fatto, non rispetta le disposizioni del decreto ministeriale. Intenzione lodevole nell’intento, molto meno nella procedura visto che non ci risulta possibile modificare un decreto ministeriale con una semplice circolare.
Ma anche stavolta, grazie al nostro senso di responsabilità, abbiamo cercato di dare il nostro contributo per ovviare a lacune procedurali che difficilmente possono trovare spiegazioni al di fuori di presunzione e incompetenza, scrivendo direttamente al Ministro Crosetto, unico titolato, direttamente o per delega, a modificare un decreto a sua firma.
Tutta la documentazione è stata pubblicata sul nostro sito in tempo reale: noi non abbiamo necessità di occultare o ritardare quanto sottoscriviamo.
Mortificante sapere che alcune fasce deboli non siano state adeguatamente tutelate dall’amministrazione nella proposta di accordo che è chiamata a fornire, tanto meno da nessuna delle sette sigle rappresentative (hanno tutte accettato) alcune delle quali hanno esibito le classiche lacrime di coccodrillo. Ma ancor più mortificante scoprire come si voglia ignorare la cd “gerarchia delle fonti”, chissà se per limiti conoscitivi, per presunzione o altro.

La svendita delle conquiste

Da quanto apprendiamo in rete ci sarebbe stato un “tavolo tecnico” al Comando Generale dell’Arma dei carabinieri e le APCSM rappresentative.
Purtroppo, da quanto leggiamo, pare che di tecnico il tavolo avesse ben poco, configurandosi più come un mercato al ribasso dove sono state svendute conquiste sindacali, chissà a quale prezzo.
Vantare il ritorno alla programmazione settimanale dopo aver conquistato quella quindicinale (in forestale era mensile), elemosinare garanzie sulle concessioni delle licenze quando spesso sono diritti costituzionali (in forestale avevamo un regolamento ad hoc già dal 2009), invocare i buoni pasto per tutti dopo aver provato a farli togliere alla specialità forestale nel 2017 dagli stessi soggetti (ieri come delegati cocer oggi come “sindacalisti”), chiedere maggior numero di pallottole in dotazione personale (in forestale ne avevamo 50 a testa) dovrebbe far capire quale reale livello di (in)competenza e (im)preparazione alberga in certi consessi, per la gioia della controparte.
Che in forestale fossimo avanti anni luce nel connubio benessere del personale e funzionalità amministrativa lo abbiamo sempre rivendicato ed ancora una volta ne abbiamo tangibile riscontro.
Dispiace che il Comando Generale scelga di trasformare tavoli tecnici (magari per argomenti rivendicati da sigle non rappresentative) in tavoli di contrattazione, probabilmente consapevole di riuscire ad avere gioco facile con l’attuale controparte.

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