Assomil informa
LA PAZIENZA PAGA

Dopo ben 17 (diciassette!!!) mesi è finalmente arrivato l’assenso del Ministro della Difesa che consente ad ASSOMIL di svolgere attività sindacale in ambito militare. “Pensar male” per tale ritardo è quasi d’obbligo (l’iter dovrebbe chiudersi in massimo sei mesi e, mediamente, viene ultimato in quattro) anche per le “attenzioni” particolari che ci sono state, in via esclusiva, riservate.
Servirà ben altro per scoraggiarci. Siamo coscienti che di ostacoli, più o meno strumentali, ne troveremo molti, ma per noi saranno solo stimoli: siamo infatti consapevoli che dovremo confrontarci con chi non è abituato al contraddittorio e, probabilmente, anche con qualche “sindacato giallo”.

F.E.S.I.:LA STORIA SI RIPETE

A distanza di oltre quattro anni dall’assorbimento, pare che l’Arma, con l’acquiescenza/buona pace della Rappresentanza Militare, ancora voglia “differenziare” parte del personale proveniente dal disciolto Corpo forestale della Stato in merito alla distribuzione delle risorse del FESI.
E’ quanto emerge dallo schema di ripartizione delle risorse del Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali, trasmesso al Ministro della Difesa dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.
I Comandanti delle stazioni forestali, dopo essere stati già esclusi dall’indennità di comando prevista dal contratto (che recentemente è stata estesa anche ai reparti al di sotto delle 17 unità), vengono ristorati in misura minore rispetto ai Comandanti delle Stazioni della Territoriale Questa è forse la differenza più eclatante.
Ancor più sconcertante è scoprire che non è stato previsto nessun tipo di riconoscimento per chi comanda le Stazioni Forestali pur non avendo la qualifica di Ufficiale di P.G. Questi ultimi infatti , oltre a non avere una gratifica per aver svolto un compito non spettante, saranno “ricompensati” nella stessa misura degli addetti.
E dire che le Stazioni forestali sono inserite principalmente in difficili contesti rurali e con giurisdizioni che mediamente sono quattro/cinque volte più estese di quelle della territoriale. Ci si chiede quindi se, piuttosto che non riconoscere l’indennità di comando con gli adeguamenti contrattuali come previsto per i Comandanti di stazione della territoriale, non si sarebbe addirittura dovuto ipotizzare un maggior indennizzo per i Comandanti delle stazioni forestali.
Ma il FESI presenta altre criticità: i Forestali non vedono riconoscimenti per i propri Nuclei investigativi, evidentemente ritenuti di serie B così come i Comandi Stazione; inoltre l’indennità Meteomont sarà ripartita senza considerare il reale servizio reso ma solo in virtù della specialità, sempre non vengano fatti i dovuti chiarimenti. Potremmo aggiungere altre “curiosità” come il compenso per gli addetti alle centrali operative, smisurato rispetto a quello riservato al personale impegnato sul territorio, ma al momento ci limitiamo a rivendicare pari trattamento fra Ruolo Forestale e Ruolo Normale.
È improbabile che vengano apportati i correttivi prima della sottoscrizione, ma non impossibile, seppur i margini di manovra sono oramai ridottissimi. Il vero auspicio è che vengano ascoltate le recriminazioni dei Forestali.

SPECIALITA’ FORESTALI

Al fine di riorganizzare il servizio a cavallo del CUFA, è stata diramata una circolare che ha generato molta confusione e timore nel personale interessato. Infatti, nonostante le garanzie espresse verbalmente dai vertici dell’Amministrazione, la nota sembra mettere a rischio il futuro impiego dei colleghi che potrebbero veder cambiata la propria sede di servizio in ragione della specialità.
Auspicando che venga fatta la dovuta chiarezza in merito, vogliamo evidenziare che la pedissequa applicazione di quanto disposto metterebbe a rischio professionalità storiche, oltre a non garantire quel “benessere del personale” sempre invocato a parole ma difficilmente riscontrato negli atti emanati.